La parola resilienza grazie ai libri di Piero trabucchi è balzata agli onori della cronaca come capacità di chi si “piega” ma non si spezza come tutti quegli atleti che affrontano sfori enormi nelle gare di lunga durata.
RESILIENZA E RESISTENZA EMOTIVA
Il riferimento in psicologia è dunque di chi affronta le sfide dure della vita, resistendo e uscendone addirittura più forte e a pensar bene mi viene da dire che ogni umano nella sua vita più o meno consapevolmente è resiliente almeno una volta.
Pensate solo allo sforzo di nascere, l’attimo resiliente per eccellenza, un momento che ci “stravolge” facendoci passare da un ambiente protetto al mondo carico d’insidie.
Come riusciamo ad affrontare quella sfida senza strumenti “apparenti” se non la semplice “forza” che ci appartiene per dna.
Pensate ora a cosa accade invece quando da grandi entriamo in una condizione di “sofferenza” e ci sembra di non farcela e qualche volta ci viene voglia di mollare o addirittura non proviamo neppure a metterci in gioco.
E’ tutto un bilanciamento tra i limiti reali e i limiti che ci autoassegnamo.
Si tratta sempre di un momento che però, può fare la differenza.
La capacità di essere emotivamente resistenti e la resilienza vanno a braccetto e ci portano verso il traguardo che abbiamo scelto, sostenendoci nell’affrontare le fatiche e le insidie che ci si presentano durante il nostro cammino.
CONCLUSIONI
Ricordate che potete spostare il limite e di conseguenza allenare la resilienza potenziando la resistenza emotiva, basta ricordare che almeno una volta lo abbiamo fatto … quando siamo nati.